domenica 18 settembre 2011

a rischio il "Masso delle fanciulle"

IL WWF VAL DI CECINA CONTRO L'INVASO DI PURETTA

Il WWF Val di Cecina esprime tuta la sua perplessità e preoccupazione nei confronti del progetto di invaso sul fiume Cecina in località Puretta nei comuni di Volterra (PI) e Pomarance (PI), proposto da ASA (azienda servizi ambientali di Livorno), delle dimensioni di circa 700000 m3.

L’invaso in questione dovrebbe essere realizzato in una zona di altissimo pregio ambientale, in un sito di interesse comunitario (Sic) a confine con la riserva naturale Berignone-Tatti che comprende anche una parte del fiume Cecina in particolare il Masso delle Fanciulle e degli Specchi siti tra i più suggestivi e intatti dell’Alta Val di Cecina.

Nella località Masso degli Specchi è presente una briglia che serviva da ripresa per il gorile che convogliava l'acqua verso il Mulino di Berignone, costruita in epoca medievale in muratura rinforzata con travi di legno e integra il pregio ambientale con quello storico-architettonico.

Notevoli sono le preoccupazioni per lo scempio ambientale a carico delle strutture di ripresa delle acque (briglia e gorile) oltre ovviamente alla morfologia della sponda destra con interventi sulle rocce ofiolitiche che la compongono che verrebbero interessate, secondo i progetti, dalla costruzione dell'opera di presa e dalla tubazione (diametro 500) che dovrebbe servire a portare l'acqua verso l'invaso.

Le perplessità maggiori riguardano l’utilità stessa del progetto: le dimensioni dell’invaso infatti non sono tali da giustificare i toni trionfali di “emergenza idrica finalmente risolta”, ma anzi le quantità di acqua invasabile sarebbero pari o addirittura inferiori alle perdite strutturali dell’acquedotto.

L’altra grande perplessità riguarda il destino delle terre da scavo che dovrebbero essere in parte usate per lavori connessi all'invaso, in parte conferite ad una azienda agricola della zona per bonifica agraria, in parte conferite ad un impianto di fabbricazione di mattoni, in parte infine smaltite presso un impianto di lavorazione di inerti (litotipi granulari). Il materiale in questione potrebbe più proficuamente essere utilizzato per integrare il trasporto solido del Fiume Cecina che viene definito carente nello studio commissionato dalla provincia di Pisa al Prof. Paolo Billi.

Il fiume Cecina, è bene ricordarlo, era stato individuato circa una decina di anni fa dall’allora Ministro Matteoli come uno dei due bacini scelti dall'Italia, assieme a quello del Tevere, per il progetto pilota di attuazione della direttiva europea sulla gestione integrata dei bacini idrografici, in ragione del fatto che è un corso d’acqua di media lunghezza (circa 75 km) il cui bacino è interessato da aree industriali (ENEL su tutte) ed estrattive (Solvay per quanto riguarda acqua e sale, oltre a ditte di estrazione di ghiaie), pur mantenendo una elevatissima valenza ambientale specialmente nel suo tratto medio-alto, proprio dove l’invaso in questione verrebbe realizzato: nessuno dei progetti discussi è mai stato realizzato

Il progetto appare inoltre molto poco lungimirante, visto che a fronte di costi elevati per benefici minimi, dovrebbero essere valutate attentamente soluzioni alternative non solo di minore impatto ma addirittura con le caratteristiche di recupero ambientale. Tali alternative dovrebbero configurarsi non come soluzioni-tampone, peraltro già esistenti, per emergenze momentanee (ed il progetto di ASA tende proprio a risolvere emergenze momentanee) ma dovrebbero risolvere il problema idrico a livello di bacino e quindi integrare il minimo deflusso vitale del fiume Cecina, rivitalizzare la circolazione di subalveo, contrastare l'ingressione del cuneo salino nella falda freatica costiera.

Nessun commento:

Posta un commento